Celebrata nell’antica chiesa Greco-Ortodossa di Napoli
la Giornata Mondiale di Preghiera delle Donne
DONNE, UOMINI, BAMBINI……PREGANO CON SPIRITO ECUMENICO
“Lasciate che i bambini vengano da me…” (Marco 10, 14).
Con questo bel concetto che richiama l’ingenuità, purezza, spontaneità della fanciullezza, le donne cristiane di Cuba hanno preparato la GMP di quest’anno. Contemporaneamente, in marzo, nello stesso giorno, il primo venerdì del mese, in oltre 170 Paesi del mondo si è pregato insieme in una chiesa.
Quest’anno a Napoli, dopo che negli anni precedenti sono state le chiese di S. Anna dei Lombardi (Cattolica), la Valdese e la Luterana ad ospitare la GMP, è stata l’antica chiesa greco-ortodossa dei SS. Pietro e Paolo ad accogliere il popolo di Dio delle diverse Confessioni e Movimenti giunti per l’incontro della serata.
La GMP, che molti seguono già da qualche anno, non è una novità né a livello mondiale e neanche nazionale. Le radici della GMP risalgono a tempi molto lontani, al 1887, quando in America cominciò Mary Ellen James con le donne presbiteriane, seguite poi dalle protestanti. La prima celebrazione della giornata è avvenuta il 4 marzo 1929.
Questa giornata è ormai diventata ecumenica da diversi anni con la partecipazione di tutte le Confessioni e Movimenti cristiani e accoglie donne e uomini che si incontrano per pregare insieme. Attualmente è coordinata da un Comitato Mondiale di donne con sede a New York con rappresentanti di Nord America, area Latino-Americana, area Caraibica, Africa, Medio Oriente, Asia, Europa.
In Italia opera un Comitato Nazionale con sede a Roma, che traduce ed elabora il materiale della cerimonia dal testo inglese e nella città di Napoli, anzi nella regione Campania, un Comitato locale che comprende donne rappresentanti delle diverse Chiese e Movimenti Cristiani: Valdese, Metodista, Luterana, Battista, Apostolica e Libera, Avventista, Cattolica, Ortodossa, Esercito della Salvezza, Focolarini, Comunità di S. Egidio, Amicizia Ebraico-Cristiana. Gli ultimi anni la GMP è stata preparata dalle donne di Cile, Francia, Egitto, Bahamas e quest’anno dalle donne di Cuba.
Cuba è un arcipelago verde e comprende circa 4.000 isole ed isolette. La più grande delle isole caraibiche è proprio Cuba con 12 milioni di abitanti, 2 dei quali abitano all’Havana, la capitale. La lingua ufficiale è lo spagnolo. La natura è bellissima, da sogno.
La flora e la fauna presentano una ricca varietà con fiori meravigliosi e farfalle multicolori. Il tocororo o trogone cubano (Priotelus temnurus), un pappagallo, l’uccello nazionale che riproduce nel suo piumaggio i colori della bandiera cubana. La popolazione è varia, composta da quella autoctona, spagnola, africana, latino-americana, caraibica. La musica tiene un posto previlegiato, sia nello stile tradizionale cubano, sia in quello classico. La donna cubana svolge un ruolo importante nella società, nella chiesa e nella famiglia ed è ampiamente rappresentata nel settore pubblico e nel parlamento.
Dal 1990 è garantita la libertà religiosa. La religione maggiormente radicata è quella Cattolica romana, introdotta nel XV secolo. Dal XIX secolo in poi seguirono varie denominazioni protestanti (Presbiteriana, Metodista, Battista, Episcopale-anglicana) e recentemente i Pentecostali e la confessione Ortodossa.
Sono inoltre presenti l’Islam, l’Ebraismo, ecc.
“Chi accoglie uno di questi bambini per amor mio, accoglie me”. Questo è stato il tema della liturgia e il disegno della prima pagina è opera della giovane artista cubana Ruth Mariet Trueba Castro. Essa ha scelto la cornice della finestra di una chiesa nei colori della bandiera cubana. Attraverso la finestra si scorge un viale bordato da palme e un carro tirato da un asino: alludono al paesaggio cubano e all’intenso lavoro quotidiano della popolazione rurale. Si vedono in primo piano due mani congiunte: la mano di una donna bianca e quella scura di un bambino che sembra voler tirar avanti e che ha il futuro dinanzi a sé. L’artista vuole esprimere in questo modo quanto sia importante per l’avvenire del Paese che le persone di differenti generazioni e origini camminino mano nella mano.
L’incontro si è aperto col benvenuto da parte della sorella ortodossa Elisabetta che ha anche illustrato la storia, il significato e lo sviluppo in Campania in questi ultimi tempi della GMP. Al centro della chiesa è stato preparato un tavolo destinato a ricevere i simboli da parte di donne delle più diverse età e caratteristiche. Esso era drappeggiato con i colori della bandiera cubana ( il bianco, il blu chiaro e il rosso) adornato dai fiori farfalla (flor de la Mariposa), fiore nazionale cubano, nei cui petali le donne cubane nascondevano messaggi destinati a chi lottava per liberare Cuba dal colonialismo spagnolo.
La donna anziana nel portare la Bibbia ha sottolineato come la sua generazione è riuscita a mantenere viva la fede e a trasmetterla alle nipotine e ai nipotini. La madre di famiglia nel portare un cesto con i frutti della terra ha sottolineato l’impegno per la famiglia e nella vita quotidiana. La giovane donna nel portare una candela ha rappresentato la gioventù che con la “luce” della loro generazione cercano di illuminare le oscurità della vita. Tre ragazze hanno portato le maracas, strumento a percussione di tipo idiofono, e lo zucchero di canna per simboleggiare l’allegria e la dolcezza dell’amore, mentre una ha salutato alla loro maniera con un abbraccio di “buenas tardes”.
Intramezzata dai canti, la liturgia è proseguita con le diverse preghiere e le letture bibliche di Isaia 11, 1-10 e di Marco 10, 13-16. La meditazione della pastora luterana Kirsten Thiele, si è soffermata sulla spontaneità dei fanciulli e sul significato profondo dell’amore per loro da parte di Gesù ed ha altresì invitato a conservare il bambino che è in noi.
Per la colletta, tra i progetti presentati dalle sorelle cubane, il Comitato italiano ha scelto due progetti per le varie generazioni: “Allestimento di un registro nazionale di Endocrinologia pediatrica” per il diabete di bambini e giovani e quello della “Prevenzione alla demenza e della fragilità degli anziani”.
L’incontro si è concluso con la recita del Padre nostro, l’abbraccio di pace, la benedizione e l’Inno della GMP, il Salmo 42.8 di John Ellerton del 1870.
Ha chiuso la serata un’agape fraterna nel corso della quale si sono gustate le pietanze della chiesa ospitante e la limonata simbolica della tradizione cubana.
La vasta partecipazione e il clima di amore fraterno ci fanno ben sperare nel futuro.
Un arrivederci all’anno prossimo con le sorelle delle Filippine.
Elisabetta Kalampouka Fimiani.